
La recente scomparsa di Zoe Anne Guaitivic, 39 anni, presso l’ospedale Santa Chiara di Trento, presumibilmente a causa di una sepsi fulminante legata a Escherichia coli — batterio spesso associato al consumo di formaggi a base di latte crudo non pastorizzato — riporta al centro del dibattito la necessità di una regolamentazione più stringente su etichettatura e informazione al consumatore. Sulla vicenda è attualmente in corso un’indagine da parte della Procura di Trento.
Enzo Di Rosa, esperto agroalimentare di Konsumer Italia, è intervenuto sul tema, ricordando quanto già espresso lo scorso marzo in audizione alla Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati, durante l’esame delle proposte di legge C.2132 e C.2165:
“Negli ultimi anni si sono moltiplicati i casi gravi legati al consumo di formaggi freschi o a media stagionatura a base di latte crudo. È fondamentale introdurre l’obbligo di indicare in etichetta il rischio per la salute dei bambini sotto i 10 anni. Ma la tutela deve estendersi anche a donne in gravidanza e soggetti immunodepressi, come già avviene in Francia.”
Di Rosa ha inoltre evidenziato un altro punto critico: l’attuale esclusione dei prodotti sfusi o serviti fuori dalla grande distribuzione dagli obblighi informativi oggi previsti.
“Parliamo di formaggi venduti sfusi o pre-incartati, e di quelli serviti in bar, ristoranti, mense scolastiche, aziendali e ospedaliere. Il tema non è solo sanitario, ma anche culturale ed economico. I prodotti a latte crudo sono parte del nostro patrimonio gastronomico, ma proprio per questo serve responsabilità e consapevolezza.”
Ad aprile è stato presentato in Parlamento un disegno di legge che prevede il divieto di vendita di formaggi a latte crudo ai minori di 10 anni, dopo il caso di un bambino finito in coma in seguito all’ingestione di formaggio fresco contaminato.
Konsumer Italia chiede ora un’accelerazione dei tempi parlamentari per l’approvazione di una normativa chiara e vincolante sull’etichettatura dei prodotti caseari a base di latte crudo, per tutelare i consumatori e prevenire nuovi episodi drammatici.
Il messaggio è semplice ma cruciale: il latte crudo può essere un alimento di alta qualità, ma solo se trattato correttamente. In assenza di regole chiare e informazioni efficaci, i rischi — soprattutto per le fasce più vulnerabili della popolazione — non possono essere ignorati.