L’Alzheimer e gli italiani, una mina da disinnescare.

La sopravvivenza degli italiani negli ultimi trent’anni è aumentata e le persone rispetto a trent’anni fa si ammalano meno, ma il numero delle persone che si trova a confrontarsi con l’invecchiamento ha un nuovo dirimpettaio chiamato malattia di Alzheimer.

Tale malattia è caratterizzata da una condizione di demenza che riduce i soggetti che ne sono affetti alla totale incapacità di autogestirsi, e nella stragrande maggioranza dei casi sviluppano una particolare aggressività che non sempre è gestibile al domicilio nell’ambito familiare.

Lo scorso settembre, in occasione della giornata mondiale dedicata alle demenze si è ipotizzato che il numero di persone affette da malattia di Alzheimer entro il 2050 triplicherà e tutto questo comporterà un notevole aumento del costo per la gestione dei pazienti.

Occorre quindi immaginare in tempo quali possono essere le terapie migliori e principalmente le condizioni migliori per la gestione dei pazienti affetti da malattia di Alzheimer.

Sicuramente, in relazione alle caratteristiche disfunzionali che la malattia determina nei pazienti, il modo più indicato è quello di creare delle strutture pubbliche in grado di accoglierli ed assisterli mediante personale preparato e specializzato in tal senso affinché la malattia stessa non determini l’allargamento di un problema, con costi che quasi sempre sono insopportabili per i familiari del malato.

La gestione di un malato così importante in una struttura dedicata, analizzando correttamente i costi, può rappresentare una diminuzione degli stessi a fronte di una gestione molto più corretta e competente del paziente. Il dispendio di energie, la mancanza di supporti adeguati, il notevole numero di giornate lavorative perse da parte dei familiari di un malato di Alzheimer rappresenta un alto costo per la società e quindi riuscire a far accogliere i poveri pazienti presso centri di cura adeguati è l’auspicio che noi tutti ci auguriamo.

E’ di grande soddisfazione la notizia che grazie all’avvocato Giovanni Franchi, della nostra associazione Konsumer Italia si sia ottenuta un’altra sentenza positiva che impone alla Asl competente il pagamento delle rette pagate dai familiari ad una RSA per la gestione di un malato di Alzheimer.

Voglio immaginare che queste debbano essere le pietre miliari a cui seguirà un iter semplificato per ottenere un aiuto reale da parte di ogni famiglia dove vi è un malato di Alzheimer.

Dott. Arturo Di Folco