Agricoltura di prossimità come mezzo di inclusione sociale

Konsumer Italia con il progetto Agricercando ha fortemente voluto porre all’attenzione dei consumatori l’impiego delle attività di Agricoltura sociale e più specificamente di agricoltura di prossimità nel trattamento di alcune malattie mentali e per alcuni connessi interventi di riabilitazione e cura.
Inoltre questa particolare forma di attività agricola, da sempre caratterizzata da elementi di accoglienza ed inclusione sociale, rappresenta un rilevante elemento di continuità nella tradizione agricola e rurale italiana.

Le realtà produttive che hanno inserito nel loro contesto operativo servizi e diverse tipologie di attività sociali dimostrano la loro capacità di essere competitive rispetto al mercato in modo originale, offrendo prodotti con un connotato etico e sociale chiaro e facilmente riconoscibile dai consumatori. 

La cosiddetta Terapia verde (green care) è un insieme di pratiche finalizzate a promuovere la salute e il benessere degli individui che hanno come denominatore comune l’impiego delle risorse naturali, e l’ambiente naturale.
Si realizza attraverso l’utilizzo delle risorse vegetali e animali in processi di coltivazione veri e propri (come nell’ortoterapia) ma anche attraverso una connessa attività di relazione, come nella pet therapy, che offrono ad individui affetti da disagi psicofisici l’opportunità di rafforzare i loro percorsi riabilitativi-terapeutici specifici.


 

Le strutture dedicate all’agricoltura sociale rappresentano luoghi di inclusione, di benessere, di riabilitazione e cura, che offrono al sistema del welfare italiano l’occasione di mettere a disposizione contesti non medicalizzati per la cura e l’inserimento socio-lavorativo.

Il lavoro nel settore primario, per le sue caratteristiche di flessibilità, multifunzionalità, completamento del ciclo produttivo e soprattutto per il rapporto che implica con la materia viva, vegetale ed animale, si è rivelato particolarmente inclusivo per soggetti socialmente deboli e/o emarginati.

Grandi sono le potenzialità dell’attività agroalimentare per persone soggette alla restrizione della libertà, anche al fine di creare possibili prospettive professionali utilizzabili a fine pena, soprattutto nel settore della produzione biologica.

Le aree rurali offrono, inoltre, straordinarie occasioni di lavoro e di residenzialità, anche per i rifugiati e i richiedenti asilo nell’ambito di politiche di accoglienza e di riallocazione, così come ci racconta Nadia Cersosimo direttirce del carcere di Paliano.