Alzheimer: vittoria in appello dei legali di Konsumer Trieste

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ALZHEIMER: IMPORTANTE VITTORIA DEI LEGALI DI KONSUMER TRIESTE

Prima importante vittoria di KONSUMER A TRIESTE. Confermato il principio stabilito dal D. LGS 502 del 1992, dai successivi decreti e dalla giurisprudenza della Cassazione: non sono dovuti contributi pecuniari a carico dei malati di Alzheimer e – o dei loro parenti; tutte le spese sono a carico del SSN quando si sia effettivamente alla presenza di cure sanitarie e non di prestazioni “meramente alberghiere”.

Presso la Corte d’Appello della città giuliana è stata integralmente e totalmente riformata la sentenza di I grado che dava torto ai consumatori. Così gli eredi di un malto di Alzheimer (afflitto anche da altra patologie) si sono visti riconoscere una somma di oltre 86.000,00 euro. L’importo, maggiorato delle spese legali, dovrà essere restituito da parte della RSA convenzionata presso cui era ricoverato il congiunto.

            I consumatori erano assistiti dagli avvocati Augusto Truzzi, presidente di Konsumer Friuli Venezia Giulia e Francesco Trebeschi di Brescia, collaboratore dell’Associazione.

Soddisfazione per l’importante risultato conseguito del Presidente nazionale Konsumer Italia Fabrizio Premuti che così commenta “Spiace che per contrastare il tentativo di sottrarsi all’assistenza da parte del SSN, pazienti con così gravi patologie debbano aspettare una sentenza di Corte d’Appello, subendo loro stessi e le loro famiglie perdite economiche e rischiando l’indebitamento; come se non bastasse già la prostrazione del doversi confrontare con patologie incurabili,  quando il principio è già così ben delineato”  A margine della notizia della vittoria L’avv. Truzzi ha posto l’accento sul fatto che per la I volta anche Trieste si è uniformata ai dicta della Cassazione. Nella sentenza il Collegio, accertata la prevalenza delle prestazioni sanitarie, ha dato “un’interpretazione costituzionalmente orientata della normativa vigente …. In ordine alle prestazioni socio sanitarie che debbano ritenersi ad elevata integrazione sanitaria, alla luce dell’art. 32 Cost….”; mentre l’avvocato Trebeschi ha sottolineato che nella sentenza, come previsto anche dalla Cassazione “la stretta correlazione tra prestazioni assistenziali e sanitarie non permette una determinazione di quote… da quanto sopra discende la nullità parziale dell’accordo di ricovero …” in quanto contraria a norme imperative.

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