Ancora truffe usando le criptovalute

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Oggi ricevo una Mail da una persona che avevo conosciuto qualche anno fa per motivi di lavoro, dove mi scrive chiedendomi aiuto. Dal tono capisco subito che non ci sono questioni professionali. Il sig. Mario, il nome è di fantasia, mi contatta in qualità di conoscitore del mondo delle criptovalute, del quale sono un appassionato da diversi anni.

In poche parole ha il sospetto di esser stato truffato e non sa come venirne fuori. Io a dire la verità ho poca memoria e mi ricordo di lui molto vagamente, lui invece si fida di me a tal punto da inviarmi la sua password per accedere al sito dove, a suo dire, si sarebbe compiuta la truffa.

E’ domenica e non ho particolari incombenze, il bambino è tranquillo, la moglie anche, così mi metto subito ad “indagare”. Ebbene cos’è successo?  E’ successo che un promotore finanziario ha contattato telefonicamente il signor Mario per proporgli di investire nelle criptovalute, dove in soli 2 mesi si guadagna il 20% del proprio capitale.

Tutto è facile e tutto sarà assistito dal personale della loro azienda, che darà tutte le istruzioni passo passo per fare quanto necessario. Le persone al telefono sono gentili e sembrano molto competenti; tutto si farà semplicemente usando la sua carta di credito, investendo quello che vuole. Cifra che diventerà circa 10.000 Euro nell’arco di tre mesi.

La procedura inizia e per prima cosa il signor Mario viene invitato ad iscriversi ad un sito internet che tratta le criptovalute; stranamente non è un sito italiano, è in Polonia, ma per ora soprassediamo da questo particolare. La cosa molto macchinosa a causa delle procedure antiriciclaggio, per il riconoscimento dell’identità e di raccolta dei documenti personali, tanto che il sig.Mario si meraviglia del rigore e della meticolosità della procedura, credendo, erronemanete, di essere in buone mani.

Arriva quindi il momento in cui il portale viene abilitato ed il nostro Sig. Mario inizia a fare dei versamenti con la carta di credito. Tutto sembra funzionare regolarmente ed il portale rilascia anche la relativa fattura. “Mi raccomando” gli dice il promotore finanziario “non perda e soprattutto non divulghi la password che abbiamo inserito assieme nel portale, che serve per il funzionamento del wallet”. Ma questo Wallet il Sig. Mario non lo vede e non si sa dov’è.

Passa qualche mese ed il sig. Mario contatta il promotore per sapere a che punto gli verranno accreditati gli interessi promessi, e qui arrivano le sorprese: per avere gli interessi è necessario versare ulteriori 2500 Euro. Ma come, per avere il 20% di interessi devo versare 2500€ ? Qui il nostro investitore si insospettisce e si quindi rifiuta di versare altri soldi, capendo di essere caduto in qualcosa di poco chiaro.

Cos’è successo.

La truffa è stata architettata in modo piuttosto ingegnoso, tanto che la società di compravendita criptovalute con sede in Polonia non c’entra niente, ed anzi, ha fatto correttamente il suo lavoro. Ha ricevuto Euro dal Sig. Mario ed ha versato Bitcoin o altre criptovalute (ad esempio Ethereum) nei “Wallet” indicati dal cliente (nel mondo delle criptovalute i software che gestiscono i “conti” si chiamano in questo modo).

Soltanto che il Sig Mario, non avendo nessun Wallet, ha indicato i numeri che gli sono stati forniti dalla società di brokraggio. In pratica i i conti verso si quali sono state indirizzate le criptovalute (equivalenti al codice IBAN dei conti bancari) non erano nel suo computer, ma erano nelle mani della società… di truffatori. I delinquenti quindi si sono fatti accreditare dal cliente direttamente i Bitcoin, sfruttando molto bene il valore di questa criptovaluta.

In poche parole Mario ha comprato dei Bitcoin ed inconsapevolmente li ha versati, o forse si dovrebbe dire regalati, ai truffatori.

Cosa succede adesso.

Ora la strada non sarà molto facile. E’ vero che le criptovalute come Bitcoin ed Ethereum sono più semplici da tracciare dei conti correnti bancari ma, per contro, i wallet sono conti al portatore, e cioè anonimi.

Fintanto che il truffatore non si rivolge ad una piattaforma autorizzata (come quella in Polonia) che gli cambia i Bitcoin con gli Euro, le forze dell’ordine non possono localizzarlo.

Oppure ci riescono ma potrebbe utilizzare una piattaforma sita in luoghi troppo “remoti” o paradisi nei quali non le forze dell’ordine non riescono ad avviare indagini.

Ora il Sig. Mario si dovrà rivolgere alla Polizia Postale e sperare che i movimenti nella Blockchain (il database pubblico dove tutti i bitcoin sono archiviati), riescano a dare qualche indicazione.

Cosa fare e cosa non fare

Da questa storia abbiamo imparato che con le criptovalute è necessario stare molto attenti e soprattutto è indispensabile documentarsi.

In Italia, da quanto mi risulta, ci sono solo due piattaforme regolarmente autorizzate per trattare le criptovalute: una è Conio, che ha un wallet molto semplice ed è partecipata anche da Poste Italiane, mentre l’altra è The Rock Trading, che esiste dal 2011 ma che è più orientata verso i professionisti.

Se volete capire qualcosa di criptovalute, direi che la prima cosa che potete fare è di navigare dentro queste piattaforme.

Poi ci sono i numerosi articoli che ho pubblicato e che si trovano in rete, molti dei quali li ho scritti proprio per evitare alle persone di cadere nei tranelli tesi con i canti delle sirene.

Conclusioni

Le criptovalute come Bitcoin sono un sistema di pagamento indipendente e sono nate con la crisi Lehman Brothers per protestare contro il sistema bancario americano, ma il loro scopo non è quello di generare pasti gratis. Chi lo dice è un truffatore e dovete starne alla larga.

Nei software che sono alla base di Bitcoin & C. è scritto chiaro e tondo come funzionano ma non c’è nessuna promessa di guadagno. Allo stesso modo, non ci sono promesse di guadagno nel Dollaro, nella Sterlina o nell’Euro.

Inoltre speculare con le criptovalute è rischiosissimo, molto molto più rischioso rispetto ai tradizionali strumenti finanziari, a causa della volatilità del loro prezzo.

Un conto è cambiare i propri soldi con bitcoin per una questione di principio e tenerli sotto il materasso (anzi, dentro il vostro wallet) allo scopo di contestare l’Euro o il sistema bancario; un conto e di comprarli ascoltando chi vi promette che diventerete ricchi.

Con i personaggi che ci sono in circolazione è molto più probabile che finirete per diventare poveri.

Riceviamo e pubblichiamo questo articolo scritto da
Marco Dal Prà
Mestre (VE)
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www.marcodalpra.it