
Come può un prodotto regolarmente in vendita sugli scaffali dei supermercati, apparentemente sicuro perché conforme alle normative europee, riportare in etichetta un messaggio tanto preoccupante?
È il caso di un comune bitter analcolico che, sul retro della confezione e in caratteri minuscoli accanto a un asterisco, avverte: “Può influire negativamente sull’attività e l’attenzione dei bambini”.
Una dichiarazione che solleva interrogativi importanti: in che modo può influire? Perché usare termini così generici? E soprattutto, come può essere commercializzato un prodotto che ammette di avere potenziali effetti negativi sulla salute, in particolare dei più piccoli?
La verità è che, sebbene tali prodotti rispettino le normative in vigore, questo non li rende automaticamente salutari. Al contrario, il consumo regolare di bevande contenenti zuccheri aggiunti, coloranti, acidificanti, conservanti e sostanze come l’acido ortofosforico può contribuire allo sviluppo di obesità, disturbi comportamentali e patologie croniche.
Eppure questi articoli sono ampiamente accessibili, spesso distribuiti anche attraverso macchinette automatiche installate in scuole, centri sportivi o locali aperti 24 ore su 24, dove l’acquisto è facile, economico e privo di qualsiasi filtro educativo o controllo da parte di un adulto. Una situazione ancora più critica nei piccoli comuni, dove la diffusione di questi locali h24 sta aumentando senza alcuna regolamentazione.
In un contesto simile, la domanda è inevitabile: quanto siamo davvero consapevoli di ciò che acquistiamo e consumiamo? E cosa stanno facendo le istituzioni, soprattutto quelle più vicine ai cittadini, per proteggere i minori da questi rischi?
Konsumer Italia lancia un appello urgente: serve una presa di posizione chiara per promuovere un’alimentazione sana e consapevole sin dall’infanzia e per regolamentare con maggiore rigore la diffusione incontrollata dei distributori automatici.