Cosa dobbiamo aspettarci dal REddito d’Inclusione e a chi è rivolto?

Reddito d’inclusione

Cominciamo con lo spiegare cosa si intenda con il termine REI (Reddito d’Inclusione).

Si tratta di una nuova misura di sostegno al reddito – a dire il vero un restyling del vecchio SIA e una sostituzione dell’Asdi – erogata attraverso una Carta di pagamento elettronica autorizzata dall’INPS e rilasciata dalle Poste.

L’annuncio della possibilità di presentazione della domanda è stato avviato già da tempo e, sebbene le domande abbiano come data di partenza il 1° di Dicembre, molti uffici di assistenza fiscale non hanno né i programmi per l’inoltro, né hanno in atto un accordo sottoscritto con i Comuni.

Sembra infatti che Consulta nazionale dei CAF abbia stabilito di non procedere nell’immediato a stipulare convenzioni a titolo gratuito con i comuni, ma di attendere la pubblicazione dell’Accordo Quadro firmato tra Consulta nazionale dei CAF e ANCI.

A questo si aggiunge poi che molti Comuni non sono in grado di fornire informazioni sufficienti ai cittadini e che deleghino ai CAF la preparazione necessaria all’istruzione delle pratiche.

Questo getta certamente confusione su confusione ed a farne le spese, come sempre, è il cittadino che sta affollando gli uffici di Comuni e CAF per ottenere risposta a quanto promesso dal Governo.

In attesa che si decisa sul da farsi è bene però essere informati su Chi ha diritto e soprattutto a Che cosa.

Partiamo quindi dai requisiti per rientrare nel REI.       

  • Si deve avere almeno Uno dei due requisiti che prevedono
  • Una soglia ISEE non superiore a 6000 EURO
  • Una soglia ISR a 3000 EURO, per la parte patrimoniale
  • Il patrimonio immobiliare non deve superare i 20mila EURO netti per l’abitazione principale . Questo vuol dire che anche i proprietari di prima casa potranno “concorrere” alla richiesta del REI.
  • Il patrimonio mobiliare (conti correnti, depositi) fino, per più componenti, a 10mila, che scenderà a 8mila con nucleo da 2(DUE) componenti e a 6mila con un solo componente.

Se nel corso del percepimento del Rei la condizione economica del fruitore dovesse variare o il richiedente in stato di disoccupazione dovesse trovare una collocazione lavorativa, il REI potrebbe continuare ad essere erogato per alcuni mesi.

L’importo del Rei è determinato dal valore ISR. Ovvero più è basso il valore più sarà alto il bonus Rei che non potrà però superare il tetto massimo di 485 Euro mensili. Al contrario l’assegno erogato non potrà essere inferiore a 190 EURO mensili.

Fino a qui, fatta eccezione per la soglia del valore ISE, nettamente aumentato rispetto al SIA, e l’introduzione del valore ISR nella determinazione dell’importo – contrariamente a quanto accadeva col SIA –  nulla cambia se non per una propensione a privilegiare nella graduatoria i nuclei con figli minori, donne in gravidanza, figli con disabilità, ma soprattutto (escluso nel SIA) gli ultra 55enni in stato di disoccupazione.

Per ora è bene premunirsi del modulo di Richiesta REI, simile a quello dell’antenato SIA che può essere scaricato dal sito Internet INPS oppure richiesto in tutti i centri di assistenza fiscale e negli uffici del Comune di appartenenza.

Una volta compilata e corredata di Attestazione ISEE la domanda dovrà, almeno fino a nuovo accordo, essere consegnata negli uffici del Comune di Roma Capitale per i cittadini romani (nei propri comuni per tutti gli altri), che provvederanno ad inoltrarla All’INPS con o meno la convenzione con i CAF. Nei 20 giorni successivi si riceverà l’esito con, in caso di accoglimento, una lettera delle Poste che inviterà il cittadino a recarsi in uno qualsiasi dei suoi uffici per ritirare la Carta REI.

A questo progetto verrà affiancato l’operato dei sevizi sociali e dei centri per l’impiego, in collaborazione con strutture sanitarie, scolastiche e di volontariato che saranno incaricate di assistere i cittadini nel percorso di reinserimento al lavoro.

Luisa Boi

Rapporti con patronato e caf