FRODI ASSICURATIVE: serve maggior impegno da parte delle Compagnie. Troppo pochi i controlli, troppo grandi i vantaggi.

L’Ivass torna a porre l’accento sulle frodi assicurative nella RC Auto con una serie di dati certi che lasciano interdetto qualsiasi osservatore.

Se è vero che il 25% dei sinistri è a rischio frode, ben 496.929, le 29 condanne operate dalla magistratura sono il nulla che avanza e comunque dopo che la spesa è stata sostenuta e ripagata dagli assicurati.

La RC auto gode di ottima salute a prescindere, permette alle imprese di fare utili milionari pur in una fase positiva di diminuzione dei premi che va avanti da 9 anni, il 5,5% solo nel 2020. Dunque quale migliore occasione per combattere le frodi?

Servono più controlli e in particolare quelli dei periti assicurativi, che tornino ad analizzare il nesso di casualità, che tornino a verificare i danni prima delle riparazioni. Serve modificare il sistema dei forfait nel risarcimento diretto: così come è strutturato oggi rende sconveniente indagare su un danno al di sotto dell’importo del forfait, in quanto il recupero della spesa è garantito dalla stanza di compensazione, vero o falso che sia il sinistro denunciato. Serve anche capire se effettivamente tutti i 469.929 sinistri siano a rischio frode o se sia solo necessario intervenire sugli indicatori di rischio.

È una partita fondamentale in quanto la stagione delle diminuzioni di premio volge al termine, stringere sulle frodi oltre che avere un grande valore sociale e di prevenzione sulla microcriminalità, stante quei numeri ha anche un alto valore economico che oggi ricade sulle spalle degli assicurati.

Se sulla RC Auto possiamo avere delle stime, così non è per tutti gli altri rami. Un ruolo determinante può essere svolto dagli intermediari, ma anche in questo caso l’arrocco delle Imprese non lascia il giusto spazio per affrontare il problema.

Di seguito l’analisi di Massimo Treffiletti, Responsabile del Settore Assicurativo di Konsumer Italia.

FRODI ASSICURATIVE