Il Card sharing è illegale ! ANALIZZIAMO IL FENOMENO DA VICINO !!!

Ormai nella maggior parte delle nostre case sono presenti decoder o schede tv per vedere i programmi satellitari a pagamento come film o partite di calcio, in Italia il mercato è conteso tra Mediaset Premium e Sky, entrambi offrono diversi abbonamenti a pagamento più o meno onerosi.

Anche in questo caso la Tecnologia può essere usata in modo fraudolento, nello specifico grazie ad alcuni decoder dotati di connessione internet è possibile vedere tutti i pacchetti offerti dalle due compagnie con prezzi anche al disotto del 70%.
Questa pratica viene chiamata Card sharing ed è illegale !

Ma Come Funziona il Card sharing ?

Il principio è semplice, si basa su di un unico abbonamento regolare, questo abbonamento viene poi condiviso in rete tra vari utenti grazie a dei decoder di rete con il quale è possibile scambiare informazioni tramite internet, l’hardware necessario per collegarsi è un decoder predisposto per l’accesso ad internet ( i costi partono da €50,00 e sono di libera vendita) mentre per vedere i canali è necessario l’acquisto di codici criptati illegali che una volta inseriti nel decoder rendo attivo l’abbonamento pirata.

Per l’acquisto ci si rivolge a siti web specializzati e le transazioni di pagamento avvengono spesso con schede prepagate su conti esteri.
Qualche anno fa il Card sharing consisteva nel collegarsi con il pc a dei siti pirata aggiornando settimanalmente o quotidianamente la smart card del decoder, all’epoca i gestori del pay tv in Italia erano Tele+ e Stream, oggi invece grazie alla rete questi codici vengono intercettati di continuo dai decoder grazie alla rete e il segnale decriptato e ritrasmesso in tempo reale anche grazie alla banda larga.

il Card sharing è di fatto un esempio pratico di come, al mutare delle tecnologie, possono evolvere anche le frodi telematiche.

Il Card sharing è illegale !
La Cassazione si è espressa proprio alcuni giorni fa, condannando di fatto un cinquantenne palermitano alla pena di 4 mesi di reclusione e ad pagamento di €2000, con l’accusa di non detenere la card abilitata alla visione dei programmi; nel corso della verifica infatti è stato rinvenuto solo un decoder lan collegato ad internet da dove era possibile vedere tutti i canali criptati Sky e Mediaset premium.

Per la sentenza la cassazione fa riferimento dunque alla Violazione della legge sul diritto d’autore del 1941 – art. 171 octies l.633/1941 – ed in particolare all’articolo 171:

“171. Salvo quanto previsto dall’art. 171-bis e dall’art. 171-ter, è punito con la
multa da lire 100.000 a lire 4.000.000 (149) chiunque, senza averne diritto, a
qualsiasi scopo e in qualsiasi forma (150):
a) riproduce, trascrive, recita in pubblico, diffonde, vende o mette in vendita o
pone altrimenti in commercio un’opera altrui o ne rivela il contenuto prima che
sia reso pubblico, o introduce e mette in circolazione nel regno esemplari
prodotti all’estero contrariamente alla legge italiana;
a-bis) mette a disposizione del pubblico, immettendola in un sistema di reti
telematiche, mediante connessioni di qualsiasi genere, un’opera dell’ingegno
protetta, o parte di essa (150/a)”.

Ricordiamo in fine che anche la condivisione domestica della stessa scheda non autorizzata tramite la clonazione della stessa chiave criptata (Card sharing) è considerato un reato; questa pratica infatti viene descritta all’interno dell’ Articolo 640 ter Codice penale come Frode informatica:

“Chiunque, alterando in qualsiasi modo il funzionamento di un sistema informatico o telematico o
intervenendo senza diritto con qualsiasi modalità su dati, informazioni o programmi contenuti in un sistema informatico
o telematico o ad esso pertinenti, procura a sé o ad altri un ingiusto profitto con altrui danno (2),
è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni e con la multa da cinquantuno euro a milletrentadue euro”.


Spero di aver fatto più chiarezza su questa pratica illegale che deve essere arginata la più presto,
anche se i costi degli abbonamenti non sembrano calare e i gestori delle Pay TV hanno intrapreso la strada della fatturazione a 28 giorni
alterando di fatto le tariffe con un aggravio che si aggira intorno all’8%,
è giusto ricordare al consumatore un utilizzo etico e responsabile delle tecnologie.

Cercate alternative legali come le tv in streaming che oggi offrono pacchetti a partire da €9,90 o vagliate la possibilità di contattare
i customer service per verificare eventuali offerte o nuovi pacchetti disponibili.

Cristiano Taloni
Responsabile settore informatico-digitale
c.taloni@konsumer.it – linkedin.com/in/cristianotaloni