A che gioco giochiamo? CIA segnala: attenzione alle speculazioni sul grano

Gli Agricoltori della Confederazione Italiana CIA disertano la borsa merci di Foggia, una protesta significativa per sottolineare le speculazioni finanziarie che gravano sul grano.

“I fortissimi rincari di ieri ed il crollo di oggi, non sono proporzionali alla quantità di materia prima disponibile. Sono solo frutto di un’aspettativa futura”. Matteo Bartolini, Vice Presidente Nazionale CIA con delega all’Europa e Presidente di CIA Umbria, ha dichiarato a Konsumer Italia: “Questi contratti sono i cosiddetti ‘derivati’: lo scommettitore li compra oggi a 30 e li rivende domani a 40. Si tratta di un’enorme quantità di contratti venduti da soggetti che non hanno niente a che fare con il grano, banche di investimento, fondi hedge. Sono soggetti fuori dai circuiti della produzione che usano i titoli derivati per fare speculazione finanziaria. Una pratica che ricordo fino agli anni Novanta non era consentita su questi beni perché l’Organizzazione mondiale del commercio non lo ammetteva. Poi le normative hanno liberalizzato il settore, consentendo l’utilizzo di strumenti finanziari anche per beni come il grano che alimentano l’intera popolazione mondiale. Ritorniamo all’economia reale e freniamo questi attori che dietro una scrivania affamano popolazioni mondiali”.

Il presidente della Cia Cristiano Fini ha spiegato al Salvagente: “Abbiamo scelto di disertare la seduta della borsa merci della Camera di Commercio di Foggia che rileva le contrattazioni settimanali, per arginare il crollo del prezzo del duro che rischiava di scendere di 6 euro al quintale nel giro di una sola settimana. Il grano agli agricoltori deve essere pagato il giusto prezzo, le aziende cerealicole hanno avuto rincari produttivi spaventosi soprattutto per il costo del carburante agricolo, per cui lamentiamo la mancata proroga del credito d’imposta nel decreto Aiuti e per l’aumento indiscriminato dei fertilizzanti durante tutto il periodo di lavorazione”.

Il rischio è quello di mettere in seria crisi gli agricoltori, che sono già sotto scacco per l’aumento dei costi di produzione e per la siccità. Il calo dei prezzi all’origine non segue nessuna logica del mercato ma è solo vittima delle speculazioni, dal momento che attualmente vi è il calo della produzione nazionale, lo stallo del mercato dovuto al conflitto ucraino e un aumento del prezzo della pasta del 17%.

Fabrizio Premuti, Presidente di Konsumer Italia, ha dichiarato: “Assurdo che la finanza possa giocare un ruolo così determinante su generi di prima necessità, le azioni di questi speculatori, seppur lecite grazie a norme ingiuste, rischiano di affamare ancor più intere popolazioni. Allo stato attuale stanno determinando una remunerazione insufficiente agli agricoltori ed un aumento dei costi ai produttori di pasta. Intervengano le Istituzioni ad evitare il collasso del sistema che porta ulteriori costi ai consumatori ingrassando chi scambia il della valore della terra e dei suoi frutti con pura speculazione finanziaria.”