Le discoteche piangono per la chiusura dei locali a causa del Covid: ma non facevano la fame?

Che la salute sia il bene massimo da salvaguardare crediamo sia convinzione di tutti, vogliamo credere che lo sia anche per i gestori delle discoteche da poco richiamati a chiudere i propri locali perché a forte rischio di diffusione Covid, anzi ne siamo convinti.

Quello che ci stupisce, invece, sono le motivazioni per le quali si è alzata la loro protesta: perdite per 4 miliardi di euro. Qui non ci troviamo più sulla stessa sponda. Non siamo affatto convinti che le perdite possano assommare a quell’importo, neanche ad uno che si avvicini se son veri i dati dell’Agenzia delle Entrate.

L’utile medio di una discoteca, certificato dall’agenzia delle entrate, infatti è di appena 4.600,00 €, cioè meno di 400 euro mensili, meno che il Reddito di Cittadinanza, in tutto 16 milioni di €, il risultato dei 4600 euro di utile moltiplicato le 3500 discoteche italiane.

Come possiamo credere che un Imprenditore, diverso da Flavio Briatore, possa rischiare milioni di euro o centinaia di migliaia di euro per ottenere meno di 400 euro mensili? Ma come possono crederci loro stessi, siamo davvero inebetiti davanti a risultati economici vantati che nulla hanno a che vedere con la realtà dichiarata ed affermazioni così forti e determinate contro la chiusura di locali che non rendono nulla a fronte della salute pubblica.

Poiché tutto questo sbraitare porta alla richiesta di provvidenze pubbliche, noi crediamo sia corretto e giusto che le provvidenze vadano a chi davvero perde qualcosa di diverso da 400 euro mensili, a loro potrebbe essere dato aiuto nel trovare un nuovo e diverso lavoro, magari attraversando il confine dell’inoccupazione grazie ai Navigator, a quelli che invece perdono davvero, a quelli che danno occupazione, che occupano un importante segmento economico come quello del divertimento, a quelli sì va data una mano affinché ci sia una ripartenza.

Ufficio Stampa Konsumer Italia