Cripto-imbroglio in salsa veneta

Di Marco Dal Prà con breve commento a margine dell’Avv. Massimo Melpignano

Che le proposte di nuove criptovalute, in gergo ICO, spesso contengano delle truffe è ormai assodato, ma quella che oggi vi propongo, nascosta da campagna elettorale per l’indipendenza del Veneto, supera ogni immaginazione. Ma andiamo con ordine.

Cosa sono le ICO
Prima di parlare del caso Veneto, è necessario fare una dovuta precisazione.
Innanzi tutto nel mondo delle criptovalute la sigla ICO identifica una Offerta Iniziale di Moneta (Initial Coin Offering), una sorta di raccolta fondi in cambio di “token” di nuova emissione. Un qualcosa del tutto simile alla quotazione in borsa di una nuova azienda, che riceve soldi dagli investitori e restituisce le Azioni, soltanto che qui si tratta di un mercato non regolamentato. Significa cioè che non esiste nessun Ente che garantisce chi e cosa ci sia dietro alle “ICO”, eccetto pochi paesi al mondo come ad esempio Svizzera o Giappone. Inoltre, va ricordato che per quanto una ICO sia animata da persone di buona volontà, questo non garantisce nulla : potrebbero inseguire un sogno irrealizzabile o una iniziativa imprenditoriale destinata ad un flop clamoroso. Ne consegue che se i fondi raccolti, essendo destinati ad una iniziativa improduttiva, non daranno nessun ritorno agli investitori, si rischia di perdere tutto. Ogni ICO quindi deve essere valutata attentamente caso per caso, e soprattutto è necessario avere le competenze tecniche “industriali” per giudicarla.

ICO Naufragio
Nel 2017 sono state “lanciate” moltissime ICO, tanto che sono stati raccolti fondi per centinaia di milioni di dollari, soltanto che secondo alcune statistiche*, quasi l’80% di queste raccolte si sono rivelate delle truffe, mentre altre si sono dimostrate dei flop clamorosi e sono state abbandonate**.
(*) La statistica commissionata da Bloomberg a Satis Group, scaricabile qui.
(**) I 1000 progetti morti nelle criptovalute, sul sito Coin telegraph.
E’ la conferma che questi progetti sono da guardare 100 volte prima di utilizzarli come investimento, che comunque resta rischiosissimo. Vi porto come esempio due iniziative sul Prediction Market (che comprendono scommesse, assicurazioni e simili), che sembrano in posizioni diametralmente opposte. Da un lato, Augur (https://www.augur.net/) che nonostante le difficoltà ed i tentennamenti sta continuando lo sviluppo del progetto, con anche un discreto utilizzo
nelle elezioni americane della scorsa settimana; Dall’altro lato, Gnosis (https://gnosis.pm/) che sembra impantanato, nonostante i 12 milioni di dollari raccolti nel Maggio 2017 (in circa 15 minuti !).

Giudicare una ICO
Normalmente non esprimo giudizi su aziende che portano avanti specifiche ICO, ed anche in questo articolo terrò fede a questa mia “tradizione”, perché solitamente sono iniziative imprenditoriali con un progetto sottostante tutto da comprendere, prima di poterlo valutare. Bisogna cioè fare una analisi molto approfondita che richiede vaste competenze e moltissimo tempo: serve quindi un gruppo, un team di esperti, per fare quella che nei gergo si chiama Due Diligence (in italiano, letteralmente: dovuta diligenza), prima di trarre delle conclusioni e dare un giudizio.

Token ENK
Parliamo ora di una azienda informatica con sede in Slovena, la Enkronos, azienda che esiste dal 2015, che sta potando avanti un proprio progetto denominato “Enkronos Apps: A Fully Trusted Blockchain Credit System for Ethic Data Driven Campaigns”. Il progetto è complesso ed articolato, tanto che in rete è disponibile un documento di oltre 70 pagine, nella quale vengono spiegati tutti i dettagli tecnici. L’azienda per tale progetto sta lanciando una ICO (Link qui) tramite la criptovaluta Ethereum; probabilmente si tratta di un progetto troppo costoso per le proprie casse, tanto che non è in grado di autofinanziarlo, pertanto ha lanciato una raccolta fondi, come avviene solitamente per tutte le ICO.