Intervista a Francesco Prudenzano, segretario generale di Confintesa

“Ogni sindacato che si rispetti dovrebbe prevedere anche l’assistenza consumeristica. Con Konsumer il primo anno è stato veramente soddisfacente”. Sono le parole di Francesco Prudenzano, segretario generale di Confintesa, Confederazione sindacale attiva soprattutto nel pubblico impiego. Lo abbiamo incontrato per fare due chiacchiere sulla difficile situazione attuale.

Ritiene soddisfacente il dialogo tra governo e corpi intermedi dello stato?

Il dialogo con il Governo è sempre positivo tranne quando questo strumento di democrazia diventa un motivo discriminante e strumentale ad accreditare chi non rappresenta più, in modo maggioritario e rappresentativo, il mondo del lavoro.

Non ritiene che ci sia un buco di rappresentanza nel convocare sempre le stesse organizzazioni?

Più che un buco di rappresentanza esiste un fatto più grave che è l’inadempienza di una parte della Costituzione Italiana che prevede all’articolo 39 la registrazione che di fatto consentirebbe di misurarne la consistenza numerica. Unica eccezione è il settore del Pubblico Impiego dove la rappresentatività è certificata dall’ARAN e vede Confintesa essere tra le maggiormente rappresentative nel comparto più importante della Pubblica Amministrazione.

Se potesse, quale proposta farebbe al Presidente del consiglio dei ministri rispetto alle convocazioni ed alla considerazione in cui vengono prese le proposte declinate?

L’unica cosa che proporrei al Presidente del Consiglio è l’applicazione della Costituzione sia per quanto riguarda l’articolo 39 che per quanto riguarda l’articolo 46 che prevede la partecipazione agli utili d’impresa e la conseguente conta degli iscritti all’interno delle imprese.

 I lavoratori tra smart working ed ufficio, come possono proteggersi i primi dalla continua reperibilità ed i secondi dal contagio?

La metodologia del lavoro agile è alle prime armi ed è chiaro che ancora non si conoscono bene i limiti e le differenze con il lavoro in presenza. L’argomento dovrà essere affrontato dai nuovi contratti di lavoro per definire l’ambito orario di applicazione. Rimane comunque, allo stato delle cose, uno strumento utile a limitare la possibilità di contagio anche se, fino a che non si trova una cura e un vaccino, ormai siamo tutti a rischio contagio se non prendiamo le dovute precauzioni

Che ne pensa degli aiuti a pioggia?

Confintesa è fondamentalmente contraria ad aiuti a pioggia ma ritiene che in questo momento di crisi gli aiuti vadano diversificati in aiuti assistenziali come la cassa integrazione per i lavoratori dipendenti e quelli a fondo perduto per le imprese.

 I recenti DPCM hanno scatenato proteste di piazza spesso sfociate in attività violente, come si pone Confintesa verso queste frange che spesso oscurano con i propri atti anche quelle che potrebbero essere considerate giuste rivendicazioni di lavoratori?

Confintesa è pregiudizialmente contraria a qualsiasi manifestazione di violenza ma ritiene di verificare chi sono i mandanti di queste frange che comunque sono una minoranza dei manifestanti. Rimane la rabbia degli imprenditori e dei lavoratori che ancora aspettano i contributi promessi a marzo.

L’ eventuale incremento di divieti e chiusure crede possa provocare una guerra tra poveri?

La pandemia è, purtroppo, una realtà e non si può negarla come qualcuno ritiene di fare. Il problema reale non sono i ristoranti che, in questi ultimi sei mesi, si sono adeguati alle disposizioni igienico sanitarie emanate con i molteplici DPCM ma la mancanza di controlli sui mezzi di trasporto e nelle zone ad alto rischio di concentrazione.

Ci sembra che negli ultimi tempi i corpi intermedi dello stato siano stati fin troppo benevoli nei confronti dei governi, sia l’attuale che quelli passati. Ma un sindacato non dovrebbe essere indipendente?

L’accondiscendenza di sindacati e partiti rappresenta un fatto endemico nel nostro Paese. Per decenni i cosiddetti “sindacati ufficiali” erano considerati le cinghie di trasmissione con i partiti tradizionali e la loro posizione veniva presa a seconda della coalizione che sosteneva il Governo di turno. Oggi poco è cambiato per alcuni sindacati ma in questi ultimi venti anni sono nate molte formazioni sindacali alternative e realmente indipendenti dai partiti e che rappresentano, in alcuni casi, oltre la metà dei lavoratori sindacalizzati. Bisogna prendere atto di questo fenomeno e adeguarsi.

A proposito di indipendenza, Konsumer Italia, ormai da oltre un anno, ha siglato con Confintesa un accordo che prevede l’assistenza consumeristica degli iscritti; come sta andando?

Un sindacato completa la sua offerta di tutela anche attraverso l’assistenza al consumo dei cittadini che, fuori dall’ambito lavorativo hanno altri ambiti pieni di trappole e inganni. Ogni sindacato che si rispetti dovrebbe prevedere anche l’assistenza consumeristica. Con Konsumer il primo anno è stato veramente soddisfacente, spero per entrambi.

Il presidente di Konsumer parla sempre di questo accordo come strategico, completa la tutela a tutto tondo del cittadino/consumatore, ma non c’è un conflitto di interessi in alcuni casi tra sindacato ed associazione consumatori? L’indipendenza dell’uno e dell’altro come può essere garantita? O meglio non si rischia di attutire rivendicazioni sui diritti nei casi in cui ci sia un interesse predominante?

Non mi pare si possa parlare di conflitto di interessi nel momento in cui la platea da tutelare è pressochè la stessa. Diverso sarebbe se il sindacato ha degli interessi “non sindacali” e vede come scomodo o anche da intralcio una azione a tutela del consumatore che confligge con le mire dell’organizzazione sindacale. Ma a quel punto siamo davanti ad una patologia che rinnega il reale ruolo del sindacato.