IVASS: Riflessioni sulla relazione del Presidente

ivass Fabio Panetta sanità integrativa

La prima di Fabio Panetta nuovo Presidente Ivass

Istituzionale non senza riferimenti alle nuove criticità come la sanità integrativa

Molto Istituzionale ma con riferimenti precisi sulle attività che hanno visto l’Ivass, nel recente passato, salire dal ruolo di comprimaria al ruolo di direttore d’orchestra. Infatti il primo riferimento è dedicato alla cara vecchia ossuta rc auto, il coraggio di mettere allo stesso tavolo imprese, consumatori, intermediari; costringerli a dialogare davanti all’arbitro, determinare scelte e finalità. Certamente ruolo non facile se pensiamo alla litigiosità che il ramo scatenava ad ogni appuntamento annuo, sistema che però, anche grazie ad una congiuntura favorevole, negli ultimi anni ha visto calare le tariffe avvicinandole a quelle medie europee. Missione compiuta? A nostro parere no, non ancora. E’ indubbio che se trattasi di risultati conseguiti anche grazie ad una congiuntura favorevole non sempre potremo godere delle stesse favorevoli condizioni. L’Rc Auto, per essere messa in sicurezza, ha bisogno ancora di interventi normativi; interventi che noi sollecitiamo da anni. Una rivisitazione vera del risarcimento diretto con l’abolizione dei forfait previsti oggi dalla normativa e sostituiti da ripartizioni a costo ultimo, che sono possibili mantenendo tranquillamente l’obbligo precedentemente voluto dall’AGCM sulla riservatezza dei valori di liquidazione sul singolo sinistro. Un tema che ci vedrà a breve consegnare al Parlamento una nostra proposta con la speranza di trovare un autore che la trasformi di Disegno di Legge.

L’introduzione di Solvency II e della IDD hanno certamente visto l’Istituto come faro guida portare a regime le due direttive. Non era nè facile nè scontato nel nostro sistema assicurativo, purtroppo basato sulla logica della doppia diffidenza. Qui Ivass ha compiuto un piccolo capolavoro, o meglio, si è dimostrata Authority senza sconti.

Non è di poco conto neanche il recupero di 4,5 miliardi di euro da parte dei consumatori sulle polizze dormienti. Verrà da sorridere, ma su queste ci sentiamo un po’ protagonisti visto il lavoro svolto dal nostro Giampaolo Petri sia al tavolo di lavoro sia in tema di attenzione ed osservazione antecedente all’inizio dei lavori sulle polizze dormienti. Il ruolo che può giocare Konsumer Italia nel settore assicurativo è tutt’ora di enorme importanza, stante la presenza del nostro dirigente in EIOPA, l’Authority europea sulle assicurazioni.

La conferma sulla capacità del settore di disporre a fine 2018 di un indice di solvibilità pari al 222% tranquillizza fortemente chi osserva questo mondo anche da un punto di vista finanziario, peccato che sui consumatori poco influisca questo dato, così importante, in termini di fiducia ed avvicinamento a prodotti di effettiva tutela del patrimonio delle famiglie. Siamo ancora indietro nel considerare adeguatamente questo settore strategico per il benessere dei consumatori ed ancora troppo ancorati a considerarlo impositivo, come se le coperture assicurative fossero più vicine ad una tassa piuttosto che ad una certezza di mantenimento delle proprie condizioni sociali. Un errore ideologico gravissimo a cui la stessa Ivass dovrebbe porre rimedio innanzitutto con una maggiore determinazione nell’opera di informazione e formazione dei cittadini. Se i sistemi fino ad oggi approcciati hanno dato risultati insufficienti, varrebbe la pena considerare nuovi schemi e diversa operatività. Qui molto può dire il nostro progetto di Agenzia Amica del consumatore.

Pesante il giudizio, che viene anche dai numeri, su unit e index linked, prodotti che di assicurativo non hanno nulla se non il fatto di essere nel listino di alcune compagnie; come può definirsi assicurativo un piano finanziario che pone solo in capo all’”assicurato” il rischio della perdita del capitale? Sono prodotti che fanno male al sistema prima ancora che al singolo consumatore. Vanno eliminati dai listini senza se e senza ma. Dalle parole di Panetta sembra che questa sia anche l’intenzione dell’Istituto, ben venga il giorno della loro scomparsa, non sarà mai prematuro.

La disinvoltura professionale, la scarsa solidità e il grado di azzardo morale con cui operano taluni soggetti esteri richiedono iniziative decise e coordinate a livello europeo. Come non condividere la parole usate dal Presidente? E l’Europa deve intervenire, EIOPA deve decidere di dare impulso ad un’azione di coordinamento generale tra i diversi modi di approccio oggi esistenti nei singoli Paesi dell’Unione non solo armonizzandoli tra loro, ma considerando le notevoli e sistemiche differenze esistenti tra un Paese e l’altro in tema di società e welfare applicato. Assurdo pensare di rendere valide, solo in virtù di un passaporto unico, coperture che riflettono basi e presupposti totalmente diversi da quelle pretese, giustamente, in altri Paesi. In Italia la vigilanza è rigida ed estremamente prudenziale, questo permette di avere un sistema assicurativo sano ed in condizione di rispondere alle diverse esigenze dei consumatori. Rendere questo mercato permeabile ad infiltrazioni che non tengono conto delle reali condizioni nazionali significa affondare sforzi profusi nel mantenimento del corretto rigore di vigilanza, e questo non deve essere permesso. Corretta l’azione di Ivass in sede europea su tali questioni, confidiamo nei risultati.

Sulla RC Auto abbiamo già detto: servono riforme. Konsumer è intenzionata a proporle in sede Parlamentare ripercorrendo quanto fatto nel passato per la legge 57/2001, poi integrata nel Codice delle Assicurazioni. Non dimentichiamo che siamo ancora in attesa di alcuni regolamenti e di acqua sotto i ponti ne è passata più che abbastanza visti i 18 anni trascorsi. Nella relazione cogliamo però quell’accenno fatto alla ridotta mobilità che si determina nei possessori di scatole nere, sicuramente un aspetto negativo. La scatola nera è un sistema, prima di tutto, di difesa attiva per la propria ed altrui sicurezza; solo in seconda osservazione possiamo pensarla come accessorio in dipendenza della tariffa applicata. E’ necessario che questo accessorio sia libero e trasportabile da compagnia a compagnia senza vincoli di alcun genere, meglio ancora se di proprietà del singolo assicurato che, in tal modo, potrebbe godere della facilitazione tariffaria non solo in prima istanza, ma anche approfittando della concorrenza che le imprese, seppur lentamente e limitatamente, offrono ad ogni revisione di tariffa.

Di grande impatto è finalmente la pubblicazione delle classifiche sulle sanzioni irrogate alle compagnie, ecco un esempio vincente di quel diverso modo di comunicare facendo formazione ed informazione verso i consumatori. Questo non solo perché permette al consumatore di individuare con grande facilità le imprese che hanno maggior rispetto per i suoi diritti, ma soprattutto perché la risposta della compagnia che si vede così pubblicamente ai primi posti per disservizi non reagisce istericamente (come avveniva negli anni 90, quando la stessa classifica la pubblicavamo in Adiconsum), ma con responsabilità, intervenendo a modificare e migliorare le procedure e le condizioni che le hanno reso quel sinistro primato.

Altro punto che vede l’Istituto protagonista di un’azione tesa al contrasto dell’illecito assicurativo è certamente la prassi di segnalazione costante rispetto alle false ed illecite offerte di coperture assicurative che vengono da falsi operatori. Sono mirate quasi esclusivamente a siti fake di operatori assicurativi e questo ci lascia pensare che possano esserci, e sicuramente ci sono, operatori che agiscono nell’illecito anche fisicamente. In tal caso l’azione costante di Ivass contribuisce, e non poco, a rendere più sicuro l’ambiente virtuale. Vorremmo la stessa velocità anche da chi è chiamato a chiudere ed oscurare questi fake, ma purtroppo ancora oggi rileviamo che dopo la denuncia di Ivass taluni siti rimangano operativi per settimane prima di essere oscurati. Da qui la necessità che tutti, ma proprio tutti, contribuiscano a far emergere l’informazione  dei fake che viene dall’Istituto.

In attesa dell’arrivo dell’Arbitro Assicurativo, sicuramente una rivoluzione nella soluzione di criticità, lascio in ultimo spazio ad alcune considerazioni su due argomenti che ritengo di interesse primario: le coperture catastrofali e quelle sanitarie. Sulle prime, penso che sia veramente giunto il momento in cui ci si ponga una riflessione sull’esigenza di rendere obbligatorie queste coperture. Sarà perché ieri sera un terremoto di lieve entità ci ha fatto ballare anche a Roma, ricordandoci che nessuno in questo Paese è esente da rischi, o perché ritengo socialmente giusto che chi ha modo di avere una proprietà immobiliare pensi anche a garantirsela non ponendo sullo Stato, quindi sulla fiscalità generale, l’onere del rischio. E’ profondamente ingiusto che anche chi non ha alcuna proprietà debba pagare per il patrimonio altrui, è profondamente ingiusto che opere pubbliche e infrastrutture restino al palo per insufficienza dei fondi in caso di catastrofe naturale. Miliardi che devono essere disponibili nell’immediato per restituire alla vita interi territori oggi sono distratti, oltre che dalla corruzione, da interessi privati. Credo che chi può permettersi di acquistare un immobile è anche nelle condizioni di acquistare una copertura assicurativa, dando luogo così ad un intervento pubblico/ privato che renderebbe la ricostruzione molto più veloce e meno onerosa. Su questo tema abbiamo più volte bussato alla porta di Ania per ottenere la possibilità di un confronto diretto e soluzioni condivise, ma purtroppo abbiamo trovato porte chiuse. Non è così in Parlamento. Per fortuna la sensibilità di taluni parlamentari ci permette di ben sperare in una soluzione legislativa; su questa, non disperiamo, forse si schiuderà anche la porta di Ania e siamo sin da ora a disposizione di Ivass per aprire il dibattito.

Sulla sanità integrativa. Siamo fermamente convinti che la sanità non sia un benefit nè è un premio. E’ un diritto che lo Stato deve garantire a tutti. Nello stesso tempo accettiamo le ipotesi di integratività su cui possono concorrere i privati. Le compagnie di assicurazione, più di ogni altro privato, proprio grazie a quella rigidità di vigilanza, ci assicurano l’esistenza di una prestazione all’esigenza di intervento. Purtroppo alcuni fattori determinano prestazioni integrative disomogenee favorite da un’offerta differenziata che nell’immaginario collettivo viene scambiata da copertura assicurativa pur non essendolo, certamente favorita anche da costi eccessivamente elevati del comparto assicurativo. Denunciamo da tempo il proliferare di mutue sanitarie, impianti che non rispondono ad alcuna vigilanza, che non hanno obbligo di redigere bilanci, che non hanno riserve tecniche, men che meno fondi di garanzia. Sono milioni i cittadini italiani che si rivolgono a queste forme di sanità integrativa e sconvolge il fatto che milioni neanche sappiano di averle, perché comprese in alcuni contratti di lavoro, nella parte integrativa, come benefit al lavoratore da parte dell’azienda che così può contare su un favorevole trattamento fiscale. Oggi Ivass porta allo scoperto il problema proprio grazie al fatto che il cittadino scambia questa forma contrattuale per assicurazione, ma assicurazione non è. Di certo è una grana grossa quanto un terremoto, con effetti ancora maggiori, perché influisce direttamente sulla salute, sul fatto che il consumatore crede di aver diritto ma non sempre quel diritto è garantito. Di certo sono garantiti i lauti compensi spettanti ai consigli di amministrazione e la qualità di socio al sottoscrittore, ma la prestazione sanitaria è assicurata solo dopo che è stata erogata e pagata dalla mutua, non prima. Anzi stanno crescendo vertiginosamente i casi in cui le prestazioni sono autorizzate dalle mutue e subito dopo l’erogazione disconosciute, lasciando così il SOCIO alle prese con pagamenti a volte insostenibili per le proprie tasche. E’ una bomba ad orologeria ormai innescata a cui, tranne l’allarme di Ivass ed i ripetuti nostri appelli anche pubblici (documentabili da almeno 5 anni), tutti sembrano fare orecchie da mercante. Tranne 4/5 mutue storiche, o particolarmente previdenti, questo “mercato” non è in grado di assolvere ad una crisi reale in cui un numero, neanche troppo alto, dei propri soci dovesse chiedere prestazioni sanitarie. Per questo abbiamo voluto fortemente fare un primo passo con una mutua che, pur in assenza di un fondo di garanzia, ha il buon senso di riassicurare i rischi. Riassicurare, cioè rimettere in mano, in ultima istanza, al sistema assicurativo la salute dei propri soci per garantire le prestazioni. Purtroppo non basta, è necessario intervenire con grande sollecitudine a normare il settore mutualistico prima di tutto con la creazione di un fondo di garanzia, poi con l’introduzione di una vigilanza reale sulle condizioni patrimoniali delle mutue, con l’obbligo di pubblicazione dei bilanci e la trasparenza sui compensi. Insomma, c’è da far luce sul buco nero prima che riassorba l’intero universo che ha intorno, prima che sia troppo tardi.

All’Ivass, al Presidente Panetta, i migliori auguri per il proseguimento dell’attività di vigilanza con la massima attenzione verso i consumatori e tutte quelle attività che permetteranno loro di essere protagonisti consapevoli di un’evoluzione di mercato e che sia di soddisfazione anche per le imprese. Di molte cose abbiamo bisogno, così tante da non poterle mai elencare tutte, ma di una cosa sicuramente non abbiamo bisogno, di Imprese deboli, patrimonialmente insufficienti o sull’orlo del fallimento. Per questo confidiamo nel Vostro operato.