Roma e le piste ciclabili: quale futuro per la mobilità della capitale?

Navigando sul sito di Roma Capitale, nella sezione mobilità, questo è quello che si legge alla voce “Ciclabilità”:

“La rete ciclabile cresce grazie al Piano straordinario di 150 km di percorsi ciclabili transitori sulle principali vie della città e su altri itinerari strategici per favorire il ricorso alla mobilità attiva e sostenibile che ha rivoluzionato le abitudini dei cittadini a partire dalla Fase 2 dell’emergenza sanitaria. I 150 km di percorsi transitori in corso di realizzazione si vanno ad aggiungere alla rete esistente di piste ciclabili in sede protetta. I ciclisti romani hanno a disposizione anche nuove rastrelliere per lasciare la bicicletta in sicurezza davanti all’ufficio, alla scuola, all’università, alla stazione della metropolitana. E’ stata completata la prima parte di lavori per dotare la Capitale di un capillare sistema di parcheggi per le due ruote a pedale. Roma Servizi per la Mobilità ha da poco ultimato il montaggio delle strutture in 186 siti individuati dal Dipartimento Mobilita di Roma Capitale”.

Ma cosa sta accadendo veramente in una città complessa e disordinata come Roma? Quali sono i reali effetti di questa trasformazione urbanistica?

Si stanno diffondendo con sempre maggiore forza le voci di dissenso legate alla realizzazione di ciclabili urbane posizionate in maniera anomala, che sembrano congestionare ancora di più il traffico e a volte mettere i ciclisti in condizioni di ulteriore difficoltà costringendoli a svolte e manovre pericolose e a respirare a polmoni aperti un’aria ancora più inquinata in seguito all’aumento delle code di automobili.

C’è bisogno di una visione organica della mobilità, con uno studio urbanistico approfondito che preveda anche gli effetti delle trasformazioni e vada a compensarne le eventuali carenze.

Rendere Roma una città dalla mobilità sostenibile è una grande sfida, che necessità di una pianificazione che integri le varie tipologie di spostamento e potenzi contemporaneamente tutte le modalità ecologiche e sostenibili. È forse possibile vietare l’utilizzo delle automobili all’interno del Grande Raccordo Anulare e sostituirlo con il trasporto ciclabile, elettrico e pubblico?

Konsumer Italia, da sempre impegnata nella sicurezza stradale – da vari mesi sta raccogliendo segnalazioni e disagi da parte degli abitanti della capitale –, auspica in una valutazione complessa del problema, che prenda in considerazioni le voci dei cittadini (ciclisti, automobilisti, pendolari e tutti coloro che ricorrono al trasporto pubblico su gomma) e investa gli sforzi economici dell’amministrazione pubblica in un progetto urbanistico organico che tenga in considerazione tutte le modalità di spostamento e che non sia un ragionare sulla città in maniera spezzettata.