Autovelox, validità e sanzione.

Il Giudice di Pace di Lodi con la sentenza n. 57/2021 ha ritenuto che l’omologazione e approvazione a cui è soggetta un’apparecchiatura autovelox, non siano sinonimi, per cui, per la validità della sanzione, è necessario che il dispositivo sia debitamente omologato ai sensi dell’ art. 142 C.d.S, non essendo sufficiente la mera approvazione.

Come si legge nella sentenza, infatti, l’ente opposto aveva prodotto il decreto del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti n. 4671 del 28/7/2016 con cui è stata disposta l’approvazione dello strumento utilizzato nel caso in esame, mentre non era stata invece prodotta la prova che detto strumento sia anche omologato. 

Il Giudice di Pace  ha statuito che “l’art. 192 Regolamento C.d.S. è estremamente chiaro nel distinguere i due requisiti dell’approvazione e dell’omologazione, in quanto quest’ultima prevede la verifica della corrispondenza e della conformità dell’apparecchiatura alle prescrizioni del regolamento del codice della strada, che, invece, non è richiesta per l’approvazione”.                      

Di conseguenza, poiché l’art. 142 del Codice della Strada prevede che la rilevazione della velocità venga effettuata con apparecchiature debitamente omologate, non sarà sufficiente la mera approvazione.  Questa sentenza è importante perché, oltre ad inserirsi in un filone giurisprudenziale già esistente, contrasta con le conclusioni a cui  è giunta la Direzione Generale per la sicurezza stradale del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, nella persona del Direttore Generale Dott. Ing. Giovanni Lanati.

Quest’ultimo con una la nota afferma, in sostanza, che approvazione e omologazione dei dispositivi di rilevamento automatico sono procedure equivalenti e dunque, una volta approvate, le apparecchiature potranno essere utilizzate per l’accertamento delle violazioni, parimenti a quelle omologate. Si tratta di una conclusione che è stata particolarmente contestata dagli esperti del settore e che tuttora non sembra aver trovato grande seguito in giurisprudenza, come dimostrano le recenti sentenze, tra cui quella in oggetto.